TITOLO DEL MESE GENNAIO-FEBBRAIO 2024: “ETICA PER GIORNI DIFFICILI” DI VITO MANCUSO (2022)

Pag. 391, Casa Editrice: Garzanti. Prezzo: 22.00 euro.

Perché leggere questo libro? Vito Mancuso, teologo laico e filosofo, propone una sua personale meditazione su uno dei quesiti che da sempre ha coinvolto le menti di filosofi e teologi. Che cos’è l’etica? È innata nel nostro essere vivi, oppure proviene dalle nostre esperienze personali? Perché il bene dovrebbe essere preferito al male, se quest’ultimo risulta più conveniente e piacevole?

Il libro è diviso in due parti per un totale di 26 capitoli: la prima parte è una proposta teoretica-filosofica, la seconda comprende una serie di temi e applicazioni pratiche che provengono da relazioni di Vito Mancuso in Convegni tenutisi negli ultimi 4-5 anni.
La parte teoretica-filosofica può presentare qualche difficoltà per chi non possiede nessuna conoscenza filosofica; risulta d’altro canto estremamente stimolante per le deduzioni applicate dall’autore nel tentativo di controbattere e sradicare le tesi nichilistiche anti-etiche imperanti nella nostra società, che trovano il loro fondamento nelle tesi filosofiche del più visionario e controverso filosofo tedesco della seconda metà dell’800, ovvero Friedrich Nietzsche. È un vero corpo a corpo quello che Vito Mancuso ingaggia con il filosofo tedesco nella prima parte del libro e ci spinge a fare chiarezza nel nostro intimo, sul perché dovremmo rifiutare l’immoralità dilagante che ci circonda. Friedrich Nietzsche, in accordo con la sua visione del mondo, ritiene che la vita abbia senso e meriti di essere vissuta, solo se preveda l’affermazione di sé sugli altri, non importa se in modo violento, ingannevole o prevaricante. La propria vita può essere definita come buona e meritevole, solo se si raggiunga il successo, che ci permetta di esprimere per intero la nostra Volontà di Potenza. Conseguentemente per Nietzsche l’etica è la costruzione rancorosa e fasulla delle persone deboli, che, invidiosi del successo degli altri e per difendersi dai forti e dai potenti, inventano l’idea di Bene Assoluto, e quindi i comportamenti etico-religiosi in grado di avvicinarti a Dio. In assoluto contrasto con Nietzsche, Mancuso propone la sua definizione di etica e l’associa alla stessa natura della vita, alla natura di ogni essere vivente, identificandola nella Volontà di Relazione, ordinata e armoniosa. Se la vita è relazione armoniosa, l’etica è il riconoscimento, il rispetto e la difesa consapevole e libera di questa relazione. L’etica, ben prima di essere qualcosa che dobbiamo fare, è qualcosa che ci custodisce, è la nostra dimora. A governare il mondo non è la forza bruta, l’arbitrio, altrimenti non avremmo l’universo, la meraviglia della vita che ci circonda, che rimanda a concetti di ordine e bellezza. L’etica è questa logica aggregativa della natura applicata all’espressione dell’esistenza umana consapevole. Etica è abitare e custodire il mondo con senso di uguaglianza e fraternità. Fondamento dell’etica è «il valore», inteso come riconoscere qualcosa di più importante dell’interesse immediato e personale, e «la libertà», come capacità di farsene responsabili. L’etica è uno stile, un modo di stare al mondo, che post-pone il proprio interesse immediato all’inter-essere, cioè a un modus vivendi di relazione armoniosa con gli altri esseri non solo umani, ma con tutti gli esseri viventi e non viventi presenti sulla Terra e nel cosmo. Si tratta più precisamente di convertire l’antropocentrismo, cioè quella visione che sottomette all’uomo tutte le cose, a quella che intende porre l’innegabile primato cognitivo dell’uomo a servizio dell’equilibrio e dell’armonia naturale. In questa visione, l’essere umano e il mondo appaiono in stretta unità senza essere la stessa cosa, per cui il mistero dell’uomo può essere comprensibile solo indagando la natura del mondo, e la natura del mondo appare veramente comprensibile solo indagando la natura dell’uomo. La vita si definisce come essenza della relazione armoniosa. Da ciò si può dedurre il vero significato del bene e del male. Fare del bene significa introdurre energia positiva nella relazione tra sistemi, favorendone la coesione e lo sviluppo. Fare del male vuol dire introdurre energia negativa nella relazione tra sistemi bloccandone lo sviluppo e producendone la lacerazione. E perché quindi si dovrebbe fare il bene, e farlo sempre, anche quando non conviene? Perché la nostra origine è il bene, la nostra essenza è il bene e facendolo staremo bene. Il benessere, naturale e soprattutto spirituale, è ciò che il bene dona a chi lo coltiva.