TITOLO DEL MESE NOVEMBRE-DICEMBRE 2024: “Il Dio dei nostri padri. Il grande romanzo della Bibbia”. Aldo Cazzullo (24 Settembre 2024), pag. 336, Casa Editrice: HarperCollins Italia. Prezzo: 19.50 euro.

Perché leggere questo libro? Aldo Cazzullo, sicuramente uno dei più famosi giornalisti e scrittori italiani, descrive e sintetizza in stile divulgativo e accattivante gli eventi più famosi della Bibbia, sicuramente il libro più venduto e più letto al mondo. Lo stile fluido, leggero, sempre chiaro e di facile lettura avvicina il lettore alle vicende bibliche come se fossero raccolte in un vero e proprio romanzo. Al termine di ogni vicenda biblica, Cazzullo ci riconduce alla nostra attualità, alla storia pregressa, ai capolavori dell’arte ispirati agli eventi biblici. Sicuramente la freschezza narrativa dell’autore rende tutte le vicende raccontate affascinanti ed accessibili a tutti e ci porta così facilmente a riflettere su temi eterni come il bene, il male, la redenzione. È un libro per tutti, e in questo forse c’è il suo pregio e il suo limite. Il pregio nasce dal fatto che risulta accessibile anche a chi non ha mai aperto una pagina della Bibbia. Il limite è che offra poco a chi conosce la Bibbia in modo approfondito.

Aldo Cazzullo nel prologo spiega come nacque l’idea di scrivere un libro sulla Bibbia. Il padre malato, convinto dell’esistenza dell’aldilà, gli chiedeva spesso di leggere al suo capezzale alcuni brani della Bibbia. Lo scrittore trovò quella lettura meravigliosa, consolatoria ed illuminante e pensò se non fosse il caso di renderla fruibile per molti, anche per chi non avesse dimestichezza con questo libro. L’idea era di trasformarla in un grande romanzo. Aldo Cazzullo, quasi sessantenne, ci ricorda che le generazioni di suo padre e dei suoi nonni, cioè le persone nate all’inizio del Novecento e nella sua prima metà, fossero convinti di vivere sotto l’occhio di Dio. L’esistenza di Dio era certa, come quella del sole che sorge e tramonta. Quella dei baby boomers è stata la prima generazione agnostica, che sapeva di non sapere, di non avere prove concrete dell’esistenza di Dio. Poi sono venute generazioni che non hanno coltivato neppure i dubbi dei baby boomers, che neanche si sono poste il problema dell’esistenza di Dio. Vivere come se Dio non esistesse è la prassi della maggioranza. Al tempo di Internet, del resto, passato e futuro non esistono, chiedersi da dove veniamo e dove andiamo non si usa più. E la Bibbia nessuno la legge più. Il Dio dell’Antico Testamento sembra un reperto anacronistico lontano dalla nostra cultura e dalla nostra società scientifica, basata sempre più sul meccanicismo della performance. Leggendola al genitore malato, la Bibbia è apparsa a Cazzullo un capolavoro letterario, una grande storia, un formidabile romanzo. Cazzullo ha operato una sua selezione dei libri biblici, scegliendo essenzialmente quelli storici, cioè quelli in cui si potevano e rintracciare trame, personaggi, tragedie, svolte narrative. Il libro, secondo l’autore ha un solo, vero, grande protagonista: Dio. È sempre Dio che crea, decide, parla, agisce. Gli uomini, anche i più grandi, come Abramo, Noè, Mosè, Davide ruotano attorno a Lui, esistono perché esiste Lui. Se lo seguono prosperano, se lo ignorano muoiono. La Bibbia viene così definita da Cazzullo come l’autobiografia di Dio. In realtà su questa affermazione si potrebbe discutere da un punto di vista teologico. Anche se ispirata da Dio, la Bibbia è scritta da uomini; si parla moltissimo di vicende umane, e delle loro relazioni con Dio, cercando di interpretare il volere di Dio. Gli stessi Salmi sono preghiere tutte umane, anche quando sono rivolte a Dio, che è il destinatario, non il mittente. In alcuni libri (ad esempio Qoelet, Cantico) Dio quasi non compare. Il Dio biblico, secondo alcuni teologi, è come l’oceano che forma i continenti ritirandosi, è il primo a non occupare spazi e ad attivare processi. Se la Bibbia, poi, fosse davvero “l’autobiografia di Dio”, Dio sarebbe davvero troppo poco. Dio è davvero troppo eccedente a qualsiasi conoscenza umana e quindi è oltre a qualsiasi cosa, anche alla Bibbia stessa. La biografia di Dio, per chi ha fede in lui, continua ad essere scritta, giorno dopo giorno, come lo è stata e continua ad esserlo da milioni di anni. 

Ma a prescindere da questa considerazione, penso che in questa società che vive e continua a vivere come se Dio non esistesse, ci sia un grande bisogno del messaggio biblico, anche se diffuso con libri divulgativi. Cazzullo riconosce nelle sue conclusioni, che “Le pagine della Bibbia non sono soltanto le fondamenta della nostra fede; sono l’origine della nostra cultura. Chi vuole risalire alle radici dell’identità italiana, cristiana, occidentale, prima o poi arriva alla Bibbia. E da lì deve cominciare». Sinceramente ammette poi che “mentirei se dicessi che la lettura della Bibbia mi abbia avvicinato alla fede”. Quindi la lettura di questo libro sarebbe solo un mezzo, come un altro, per aumentare il livello delle nostre conoscenze. Ma chissà, forse si potrebbe sperare qualcosa di più. Mi piacerebbe pensare che la lettura di una “Bibbia divulgativa” potrebbe essere l’inizio di un nuovo desiderio verso Dio, una spinta ad aprirsi, a creare spazio nel nostro Io, per accogliere Dio in un futuro incontro. Nel 1966 Heidegger in un’intervista a Der Spiegel diceva: “Solamente un Dio ci può salvare. Per noi resta l’unica possibilità nel campo del pensiero e della poesia: preparare una disposizione per l’apparizione di Dio o per la sua assenza in un tempo di tramonto; dato che noi, di fronte a un Dio assente andiamo a sparire”. Aprire il nostro libero pensiero ad un nuovo avvento dell’infinita energia d’amore di Dio, potrebbe salvarci dalla deriva tecnologica. Aldo Cazzullo non lo dice, ma si potrebbe sperare.